Sembra raggiunto l’accordo tra la Juventus e il CSKA di Mosca, per l’acquisto di Milos Krasic, colui che è già stato soprannominato il nuovo Nedved, per via della somiglianza, un pò per la chioma bionda, e anche per le movenze, gli somiglia parecchio, speriamo pure nel rendimento…
Già venerdi dovrebbe esserci la firma.
Sembra davvero un ottimo colpo.
Speriamo bene, e intanto iniziamo la ricostruzione con Simone Pepe, che ha appena firmato un quadriennale con la Juventus.
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Paul Nicklen, fotografo del pestigioso National Geographic, è uno dei pochi fortunati che è riuscito a nuotare assieme alla foca leopardo, un temibile predatore.
Ma non è tutto, sembra che sia stato “adottato” la foca gli si è avvicinata ed ha spalancato le fauci, una roba impressionante, avrebbe potuto inghiottire la telecamera assieme ad un pezzo di fotografo, ma non l’ha fatto.
Roba da farsela sotto, guardate voi stessi….
[youtube]http://www.youtube.com/watch?v=Zxa6P73Awcg[/youtube]
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Non so se si tratta di un fake, a dire il vero sembra originale, o perlomeno se è un falso è fatto proprio bene, e se invece è tutto reale, questo orso è spettacolare, e sembra pure divertirsi un mondo…
[youtube]http://www.youtube.com/watch?v=Ghgg_fukbvU[/youtube]
Che ne dite?
Secondo voi è un falso?
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Mi è capitato di ascoltare questo bellissimo pezzo di David Bowie, tra le tante canzoni del mio iPod, in random, alcune manco mi ricordavo di avere.
Lo so, mentre facevo footing non è il massimo, però è un brano molto bello e profondo, degno quasi dei migliori pink Floyd.
Un reportage fotografico che rappresenta uno spaccato della realtà rom in quel di Napoli.
Molto bello e intenso, da vedere…
A qualcuno potrebbe sembrare strano che un sociologo scriva un commento al lavoro di un fotografo. Al contrario, invece, il rapporto tra arte fotografica e scienze sociali diviene nel tempo sempre più stretto: se da sempre la fotografia è un supporto indispensabile per la ricerca antropologica, da trent’anni a questa parte si va consolidando - negli Stati Uniti prima e in Europa poi - un filone di studio e di indagine che prende il nome di “sociologia visuale”. In questo approccio la fotografia non è più considerata per la sua valenza estetica, ma diviene vero e proprio strumento di indagine empirica, sguardo che scava nella realtà sociale contribuendo spesso a metterne a nudo le contraddizioni, con una evidenza sicuramente più immediata e coinvolgente di quanto possa fare un testo scritto. Ciò è particolarmente vero quando divengono oggetto di analisi la marginalità e l’esclusione sociale, come appunto è il caso delle foto di Maurizio Cimino di un campo Rom nei dintorni di Napoli. Non uso a caso il termine “analisi” in quanto mi sembra che l’autore, pur partendo da un’esperienza artistica, centri in pieno alcuni degli obiettivi di quella che siamo abituati a chiamare la ricerca qualitativa in questo settore: la narrazione della quotidianità di un gruppo sociale, l’individuazione di caratteristiche che ne definiscono l’identità di gruppo, ma soprattutto la capacità di evidenziare la sconvolgente normalità con cui è vissuto il disagio. Certo, lo sguardo di un fotografo è soggettivo. Oggi però stiamo imparando a capire come anche la scienza interpreti il mondo a partire da un punto di vista, e come l’unica possibile garanzia di oggettività consista nell’esplicitazione di questo punto di vista, sia in senso metodologico che concettuale.
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