Un reportage fotografico che rappresenta uno spaccato della realtà rom in quel di Napoli.
Molto bello e intenso, da vedere…
A qualcuno potrebbe sembrare strano che un sociologo scriva un commento al lavoro di un fotografo. Al contrario, invece, il rapporto tra arte fotografica e scienze sociali diviene nel tempo sempre più stretto: se da sempre la fotografia è un supporto indispensabile per la ricerca antropologica, da trent’anni a questa parte si va consolidando - negli Stati Uniti prima e in Europa poi - un filone di studio e di indagine che prende il nome di “sociologia visuale”. In questo approccio la fotografia non è più considerata per la sua valenza estetica, ma diviene vero e proprio strumento di indagine empirica, sguardo che scava nella realtà sociale contribuendo spesso a metterne a nudo le contraddizioni, con una evidenza sicuramente più immediata e coinvolgente di quanto possa fare un testo scritto. Ciò è particolarmente vero quando divengono oggetto di analisi la marginalità e l’esclusione sociale, come appunto è il caso delle foto di Maurizio Cimino di un campo Rom nei dintorni di Napoli. Non uso a caso il termine “analisi” in quanto mi sembra che l’autore, pur partendo da un’esperienza artistica, centri in pieno alcuni degli obiettivi di quella che siamo abituati a chiamare la ricerca qualitativa in questo settore: la narrazione della quotidianità di un gruppo sociale, l’individuazione di caratteristiche che ne definiscono l’identità di gruppo, ma soprattutto la capacità di evidenziare la sconvolgente normalità con cui è vissuto il disagio. Certo, lo sguardo di un fotografo è soggettivo. Oggi però stiamo imparando a capire come anche la scienza interpreti il mondo a partire da un punto di vista, e come l’unica possibile garanzia di oggettività consista nell’esplicitazione di questo punto di vista, sia in senso metodologico che concettuale.
E quando quel fazioso di Berlusconi vi dirà che voi siete mossi dall’odio, voi replicate con le parole del grande oratore latino Quintiliano che ricordava: “Odiare i mascalzoni è cosa nobile”.
Perché è cosa nobile, ce lo ricorda Aristofane ne “I Cavalieri”; diceva: “Ingiuriare i mascalzoni con la satira è cosa nobile: a ben vedere, significa onorare gli onesti”.
Il finale del grande ritorno di Daniele Luttazzi dopo 8 anni, un monologo che ha fatto a raiperunanotte, il grandioso spettacolo (a parte Morgan), tenutosi al Paladozza di Bologna.
Per chi se lo fosse perso, eccolo
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“Marco Pesaresi, nato a Rimini nel 1964, si afferma presto come uno dei migliori talenti della fotografia italiana. Dopo gli studi superiori, ha seguito i corsi dell’Istituto Europeo di Design a Milano dove ha cominciato la sua carriera di fotografo professionista. Dopo avere viaggiato in Africa e in Europa, il suo interesse fotografico si é concentrato sui più vari, complessi e difficili problemi sociali tra cui gli immigrati e gli emarginati, la droga e la prostituzione. Le sue foto sono state pubblicate sulle più prestigiose testate: “Panorama”, “Espresso”, “Geo”, “El Paìs”, “Sette”, “The Independent”, “The Observer” etc, in Italia e all’estero.
Underground. Un viaggio metropolitano
Marco Pesaresi ci porta in un lungo viaggio sottoterra attraverso le metropolitane di dieci città del mondo: New York, Calcutta, Madrid, Tokio, Parigi, Mosca, Berlino, Mexico City, Milano e Londra.
Nella monotonia della vita quotidiana, l’autore con le sue immagini coglie la drammaticità, l’atmosfera, l’ironia, le differenze culturali e un senso universale di transito, di movimento continuo e d’attesa.
Il 22 dicembre 2001, in circostanze tragiche, muore improvvisamente nella sua Rimini, città dove aveva lavorato a lungo.
Il sito a lui dedicato è curato da Ines Muratori: www.mescalina.com/marcopesaresi.
Dal sito di Tiziano Terzani, è possibile scaricare il testo che compare all’interno del libro. Contrasto.it
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Da qualche tempo mi sono aggiudicato su ebay, per circa 50 euro una bellissima yashica fx-3 una reflex analogica con obiettivo 50/f2.
In rivestimento in pelle dell’impugnatura era piuttosto logoro, ed ho pensato di sostituirlo (assieme alle batterie dell’esposimetro) ordinando sul sito cameraleather.com, il rivestimento, prontamente sostituito, ho in pratica riesumato una fotocamera eccezionale (sembra nuova).
Non ho ancora avuto modo di sviluppare un rullino, ma è davvero un piacere da usare, innanzitutto, è piccolissima, per essere una reflex.
Si trovano macchine analogiche davvero eccezionali su ebay, per chi come me, s’è fatto prendere la mano dal vintage fotografico…
Ps.
La macchina della foto qua sopra è una yashica fx-3 super 2000, che è praticamente uguale tranne per alcuni dettagli, come ad esempio i tempi che arrivano a 1/2000.
Epilogo
Tutto sommato visto l’iniziale timore per questa piccola avventura devo dire che è andato tutto bene, la tecnica è comunque da affinare, ma è molto creativa e interessante.
Addirittura mi sono spinto subito in un crossprocessing, ossia, ho sviluppato una pellicola per diapositiva (fuji velvia50) con i chimici sbagliati (c-41) invece del processo apposito (E-6), ma si tratta di un processo noto e certi casi molto creativo, per via delle tonalità che si possono ottenere.
Eccone un esempio.
“Cori razzisti? Volevo ritirare l’Inter dal campo”
Cosi si è espresso il presidente dell’Inter Massimo Moratti dopo i cori razzisti da parte dei tifosi juventini verso Balotelli.
Peccato però che questo pover’uomo si sia scordato di quando nel 2006 difendeva i propri tifosi su un caso analogo, definendole “stupidaggini”.
TORINO, 20 aprile - «È stata una cosa molto stupida, ma non razzista. Ci sono altre cose di cui vergognarsi». Era il 2 aprile 2006. A parlare era Massimo Moratti. Quel giorno a San Siro il difensore del Messina Zoro era stato bersagliato di insulti da parte dei tifosi nerazzurri. All’andata il giocatore era stato fatto oggetto di cori razzisti per tutta la partita, tanto che a un certo punto aveva minacciato di abbandonare il terreno di gioco. Un episodio che aveva fatto molto discutere e che non gli era stato perdonato dagli ultrà milanesi. Ma il numero 1 di via Durini non se l’era sentita di condannare i suoi supporter, da lui descritti come ragazzotti troppo entusiasti, forse anche un po’ stupidi, ma razzisti no.
Che bel presidente, coerente sopratutto, ma che schifo. Tuttosport
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Il pickup d’America si è rinnovato per restare il leader.
Di grande tradizione automobilistica negli Stati Uniti, il pick-up, rappresentato per eccellenza da Ford, che con il nuovo Ford F-150 raggiunge il primato del piu venduto del settore, con circa 28 milioni a partire dalla prima serie uscita nel lontano 1948.
Disponibile in 35 versioni differenti, offre una motorizzazione che va da un V8 di 4.6 lt. fino al nuovo propulsore V8 di 5.4 lt a bioetanolo E85.
Recentemente è stato insignito del prestigioso premio North American Truck of The Year rappresenta infatti il premio più importante conferito ai 4×4 venduti in America e viene assegnato da una giuria formata dai maggiori giornalisti dell’auto statunitensi e canadesi.
Sul sito thecarconnection.com si possono avere tutte le informazioni a riguardo con una nutrita galleria di bellissime immagini.
Riguardo all’equipaggiamento di serie Ford ha pensato a sistemi come l’AdvanceTrac, l’RSC (Roll Stability Control) ed il Trailer Sway Control, mentre per gli interni il Costruttore americano ha curato la ricercatezza. Ad esempio, la serie Platino, ovvero quella più lussuosa in catalogo, è stata migliorata con la dotazione di una griglia cromata, sedili in pelle di qualità superiore e cerchi in lega da 20 pollici completamente ridisegnati.
I prezzi sul mercato degli Stati Uniti vanno dai $21,565 - $44,355
Non so se avete presente i contest che si trovano in giro per la blogofera, se ne trovano tanti nei quali si deve semplicemente scrivere qualcosa e linkare.
Questo è un pò diverso da tutti gli altri, ed è molto semplice, è organizzato di un blogger, di nome Ben Behrouzi.
In palio c’è un bellissimo MacBook Air, e la cosa incredibile è che per partecipare è sufficiente seguire Ben su Twitter, diventare quindi un suo Twitter follower.
Per poter essere selezionati, cioè i fortunanti vincitori, si deve mandare un tweet, con inserito il seguente messaggio, in modo da poter essere conteggiati.
@BenBehrouzi Ben count me in the MacBook Air Giveaway! http://tinyurl.com/de7f6b
Il termine ultimo per partecipare è il 31 marzo 2009, e la notizia del vincitore sarà pubblicata sul blog stesso, altre info sul regolamento non le conosco.
Devo comunque ammettere la mia completa ignoranza nei confronti di Twitter, che non uso e non mi piace.
Non sono molto bravo con l’inglese, quindi vi incollo qua il messaggio originale
Here’s how it works :
Just send me a simple Tweet with the following message or something like it in your own words so I know to count you in. No requirement to follow me, only if you choose to get my updates.
@BenBehrouzi Ben count me in the MacBook Air Giveaway! http://tinyurl.com/de7f6b
Forza allora, che aspettate?
Correte ad iscrivervi al suo tweet!
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