Un progetto fotografico iniziato ai primi del 2010 da Stan Engelbrecht (Cape Town, Sud Africa) e Nic Grobler (Johannesburg, Sudafrica). Hanno iniziato a fotografare lavoratori, sopratutto pendolari, che usano la bicicletta, e contemporaneamente intervistano i ciclisti, facendo una sorta di indagine, se amano la bici, o semplicemente la usano per necessità, domande di varia natura insomma, cercando di capire come mai anche in Sudafrica, sono in pochi a usare questo mezzo di trasporto. Da questo progetto è nato un libro fotografico, e una raccolta di fondi, se volete acquistarlo, questa è la pagina.
Un reportage fotografico che rappresenta uno spaccato della realtà rom in quel di Napoli.
Molto bello e intenso, da vedere…
A qualcuno potrebbe sembrare strano che un sociologo scriva un commento al lavoro di un fotografo. Al contrario, invece, il rapporto tra arte fotografica e scienze sociali diviene nel tempo sempre più stretto: se da sempre la fotografia è un supporto indispensabile per la ricerca antropologica, da trent’anni a questa parte si va consolidando - negli Stati Uniti prima e in Europa poi - un filone di studio e di indagine che prende il nome di “sociologia visuale”. In questo approccio la fotografia non è più considerata per la sua valenza estetica, ma diviene vero e proprio strumento di indagine empirica, sguardo che scava nella realtà sociale contribuendo spesso a metterne a nudo le contraddizioni, con una evidenza sicuramente più immediata e coinvolgente di quanto possa fare un testo scritto. Ciò è particolarmente vero quando divengono oggetto di analisi la marginalità e l’esclusione sociale, come appunto è il caso delle foto di Maurizio Cimino di un campo Rom nei dintorni di Napoli. Non uso a caso il termine “analisi” in quanto mi sembra che l’autore, pur partendo da un’esperienza artistica, centri in pieno alcuni degli obiettivi di quella che siamo abituati a chiamare la ricerca qualitativa in questo settore: la narrazione della quotidianità di un gruppo sociale, l’individuazione di caratteristiche che ne definiscono l’identità di gruppo, ma soprattutto la capacità di evidenziare la sconvolgente normalità con cui è vissuto il disagio. Certo, lo sguardo di un fotografo è soggettivo. Oggi però stiamo imparando a capire come anche la scienza interpreti il mondo a partire da un punto di vista, e come l’unica possibile garanzia di oggettività consista nell’esplicitazione di questo punto di vista, sia in senso metodologico che concettuale.
“Marco Pesaresi, nato a Rimini nel 1964, si afferma presto come uno dei migliori talenti della fotografia italiana. Dopo gli studi superiori, ha seguito i corsi dell’Istituto Europeo di Design a Milano dove ha cominciato la sua carriera di fotografo professionista. Dopo avere viaggiato in Africa e in Europa, il suo interesse fotografico si é concentrato sui più vari, complessi e difficili problemi sociali tra cui gli immigrati e gli emarginati, la droga e la prostituzione. Le sue foto sono state pubblicate sulle più prestigiose testate: “Panorama”, “Espresso”, “Geo”, “El Paìs”, “Sette”, “The Independent”, “The Observer” etc, in Italia e all’estero.
Underground. Un viaggio metropolitano
Marco Pesaresi ci porta in un lungo viaggio sottoterra attraverso le metropolitane di dieci città del mondo: New York, Calcutta, Madrid, Tokio, Parigi, Mosca, Berlino, Mexico City, Milano e Londra.
Nella monotonia della vita quotidiana, l’autore con le sue immagini coglie la drammaticità, l’atmosfera, l’ironia, le differenze culturali e un senso universale di transito, di movimento continuo e d’attesa.
Il 22 dicembre 2001, in circostanze tragiche, muore improvvisamente nella sua Rimini, città dove aveva lavorato a lungo.
Il sito a lui dedicato è curato da Ines Muratori: www.mescalina.com/marcopesaresi.
Dal sito di Tiziano Terzani, è possibile scaricare il testo che compare all’interno del libro. Contrasto.it
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Un bellissimo e-book fotografico che raccoglie riflessioni su un viaggio in India, di Enrico Bianda con splendide fotografie di Manuela Ladu.
Un piccolo regalo per i lettori da parte di webgol, con tanti auguri di Buon Natale, ovviamente anche da parte mia.
L’ e-book è rilasciato sotto licenza creative commons, ed è quindi scaricabile liberamente.
Buona visione.
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Da qualche tempo mi sono aggiudicato su ebay, per circa 50 euro una bellissima yashica fx-3 una reflex analogica con obiettivo 50/f2.
In rivestimento in pelle dell’impugnatura era piuttosto logoro, ed ho pensato di sostituirlo (assieme alle batterie dell’esposimetro) ordinando sul sito cameraleather.com, il rivestimento, prontamente sostituito, ho in pratica riesumato una fotocamera eccezionale (sembra nuova).
Non ho ancora avuto modo di sviluppare un rullino, ma è davvero un piacere da usare, innanzitutto, è piccolissima, per essere una reflex.
Si trovano macchine analogiche davvero eccezionali su ebay, per chi come me, s’è fatto prendere la mano dal vintage fotografico…
Ps.
La macchina della foto qua sopra è una yashica fx-3 super 2000, che è praticamente uguale tranne per alcuni dettagli, come ad esempio i tempi che arrivano a 1/2000.
Un interessante tool per creare una scala tonale su una vostra foto, partendo da un’altra foto-campione.
Nulla che non si possa ottenere con i vari programmi di fotoritocco, ma questo è davvero molto semplice da usare.
Si tratta di scegliere la foto con la colorazione che preferite, da ben quattro fonti diverse, che sono, da un file sul vostro pc, da un indirizzo web, da campioni oppure scegliendo da Flickr.
E nell’altra opzione si sceglie la vostra foto, da file sul pc, oppure da flickr, si clicca su apply e si scarica la foto elaborata.
Molto interessante.
Un reportage fotografico di Salvatore Esposito che descrive il degrado, la criminalità e tutto il resto.
Il lavoro fotografico pone attenzione su due dei pilastri fondamentali su cui si basa la malavita organizzata a Napoli, ovvero la droga e la microcriminalità.
Il primo, la droga, è il motore economico dei clan che la commerciano; il secondo, la manovalanza, costituisce l’ingranaggio che porta avanti il mercato degli stupefacenti, animando vere e proprie “piazze” di spaccio.
Ed è proprio sul riciclo costante della manovalanza minorile che i clan fanno affidamento; infatti nei quartieri a rischio, come Scampia, dove le istituzioni sono assenti, è facile che ragazzini vengano “arruolati” dalla criminalità organizzata già dall’età di dieci anni.
Ottima recensione di una bellissima borsa la Stealth Reporter, nella quale riporre il proprio materiale fotografico durante i viaggi.
E’ veramente molto funzionale e comoda, e probabilmente sarà uno dei miei prossimi acquisti.
Non che del mio Mini Trekker AW non sia soddisfatto, anzi tutt’altro, ma questa borsa è fantastica…
Tutte le info le trovate al sito Lowepro.
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