Paul Nicklen, fotografo del pestigioso National Geographic, è uno dei pochi fortunati che è riuscito a nuotare assieme alla foca leopardo, un temibile predatore.
Ma non è tutto, sembra che sia stato “adottato” la foca gli si è avvicinata ed ha spalancato le fauci, una roba impressionante, avrebbe potuto inghiottire la telecamera assieme ad un pezzo di fotografo, ma non l’ha fatto.
Roba da farsela sotto, guardate voi stessi….
[youtube]http://www.youtube.com/watch?v=Zxa6P73Awcg[/youtube]
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Un reportage fotografico che rappresenta uno spaccato della realtà rom in quel di Napoli.
Molto bello e intenso, da vedere…
A qualcuno potrebbe sembrare strano che un sociologo scriva un commento al lavoro di un fotografo. Al contrario, invece, il rapporto tra arte fotografica e scienze sociali diviene nel tempo sempre più stretto: se da sempre la fotografia è un supporto indispensabile per la ricerca antropologica, da trent’anni a questa parte si va consolidando - negli Stati Uniti prima e in Europa poi - un filone di studio e di indagine che prende il nome di “sociologia visuale”. In questo approccio la fotografia non è più considerata per la sua valenza estetica, ma diviene vero e proprio strumento di indagine empirica, sguardo che scava nella realtà sociale contribuendo spesso a metterne a nudo le contraddizioni, con una evidenza sicuramente più immediata e coinvolgente di quanto possa fare un testo scritto. Ciò è particolarmente vero quando divengono oggetto di analisi la marginalità e l’esclusione sociale, come appunto è il caso delle foto di Maurizio Cimino di un campo Rom nei dintorni di Napoli. Non uso a caso il termine “analisi” in quanto mi sembra che l’autore, pur partendo da un’esperienza artistica, centri in pieno alcuni degli obiettivi di quella che siamo abituati a chiamare la ricerca qualitativa in questo settore: la narrazione della quotidianità di un gruppo sociale, l’individuazione di caratteristiche che ne definiscono l’identità di gruppo, ma soprattutto la capacità di evidenziare la sconvolgente normalità con cui è vissuto il disagio. Certo, lo sguardo di un fotografo è soggettivo. Oggi però stiamo imparando a capire come anche la scienza interpreti il mondo a partire da un punto di vista, e come l’unica possibile garanzia di oggettività consista nell’esplicitazione di questo punto di vista, sia in senso metodologico che concettuale.
Da qualche tempo ho contratto una nuova passione, l’acquariologia, e per questo devo ringraziare mio padre.
L’allestimento di una vasca è una cosa bellissima, bisogna studiare un sacco di cose, pianificare, sopratutto quello che riguarda il layout, ornamenti, piante ecc…
E’ cosi che ho conosciuto (virtualmente) Takashi Amano, un mito per quello che riguarda l’allestimento di vasche per acquari.
E’ stato il primo ad utilizzare tecniche e materiali usati per bonsai, e li ha trasferiti in ambienti sommersi.
Ma non è tutto, ho scoperto che è pure un grande fotografo, (di paesaggi ovviamente) e che scatta con macchine a pellicola, come Contax RTS III e Nikonos V.
Indubbiamente il numero uno!
Basta fare una ricerca, il web è pieno di foto delle sue stupende creazioni.
Fra qualche giorno dovrò allestire una piccola vasca da 30 litri, ed ho deciso (con estrema umiltà) di copiare o almeno provarci, uno dei suoi layout con le rocce… AmanoTakashi.net
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“Marco Pesaresi, nato a Rimini nel 1964, si afferma presto come uno dei migliori talenti della fotografia italiana. Dopo gli studi superiori, ha seguito i corsi dell’Istituto Europeo di Design a Milano dove ha cominciato la sua carriera di fotografo professionista. Dopo avere viaggiato in Africa e in Europa, il suo interesse fotografico si é concentrato sui più vari, complessi e difficili problemi sociali tra cui gli immigrati e gli emarginati, la droga e la prostituzione. Le sue foto sono state pubblicate sulle più prestigiose testate: “Panorama”, “Espresso”, “Geo”, “El Paìs”, “Sette”, “The Independent”, “The Observer” etc, in Italia e all’estero.
Underground. Un viaggio metropolitano
Marco Pesaresi ci porta in un lungo viaggio sottoterra attraverso le metropolitane di dieci città del mondo: New York, Calcutta, Madrid, Tokio, Parigi, Mosca, Berlino, Mexico City, Milano e Londra.
Nella monotonia della vita quotidiana, l’autore con le sue immagini coglie la drammaticità, l’atmosfera, l’ironia, le differenze culturali e un senso universale di transito, di movimento continuo e d’attesa.
Il 22 dicembre 2001, in circostanze tragiche, muore improvvisamente nella sua Rimini, città dove aveva lavorato a lungo.
Il sito a lui dedicato è curato da Ines Muratori: www.mescalina.com/marcopesaresi.
Dal sito di Tiziano Terzani, è possibile scaricare il testo che compare all’interno del libro. Contrasto.it
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Un reportage spettacolare, da un punto di vista inusuale, cioè dall’alto. George Steinmetz, fotografo americano riprende cosi per la prima volta il deserto africano, con il suo parapendio a motore.
Un bellissimo video che non è altro che una carrellata di foto di Mimmo Jodice, un grande fotografo napoletano, di livello internazionale, classe 1934, che spesso ritrae espressioni artistiche di Napoli, monumenti e statue, alcune foto sono ottenute con la tecnica del “light painting” ovvero pennellate di luci per fare risaltare i dettagli staccandoli dall’oscurità.
Da vedere…
Durante gli anni ’60 l’attore e regista Dennis Hopper aveva una piccola mania: portava sempre con sé una macchina fotografica per immortalare volti e momenti rubati da feste private, set cinematografici, cene e manifestazioni politiche. Ora quelle immagini, per la maggior parte inedite, diventano parte della mostra “Segni dei tempi”, fino al 24 ottobre alla Tony Shafrazi Gallery di New York. Celebre attore e regista di origine statunitense, Hopper è conosciuto per le sue interpretazioni, da Gioventù bruciata a Il gigante fino a quell’Easy Rider, del 1969, che segnò per sempre la sua carriera nel cinema. Prima però la grande passione per la fotografia che la mostra di New York celebra per la prima volta. Tra i soggetti rappresentati dall’artista alcuni esponenti della scena culturale americana, da Andy Warhol a Paul Newman, ma anche politica, come Martin Luther King Hunior in marcia per i diritti civili da Selma a Montgomery. Tutte le immagini di questa galleria, in esclusiva per Repubblica.it, sono per gentile concessione della Tony Shafrazi Gallery di New York.
Il volume da collezione Dennis Hopper: Photographs 1961 - 1967 è una novità annunciata dalle Edizioni Taschen.
Sarà un volume in tiratura limitata a 1500 esemplari autografati dall’autore a presentare una delle più ampie selezioni delle immagini realizzate nel corso degli anni Sessanta.
Uno dei motivi per cui mi piace fotografare su pellicola, è anche questo, ovvero la magia con la quale alcuni fotografi, riescono ad ottenere immagini senza tempo come questa.
Certo si tratta sempre di macchine di fascia alta, a medio formato (Hasselblad 501c) ma i lavori di questo fotografo giapponese sono davvero molto belli.
Guardatevi il suo stream su flickr… yu+ichiro
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