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Oggi ho sfiorato il disastro o almeno per un attimo l’ho pensato, non riuscendo piu ad accedere al pannello di controllo di WordPress.
E’ successo piu o meno cosi, cercando di fare apparire il mio avatar con le email che ho inserito su Gravatar, (non so per quale oscuro motivo, ma non ci sono ancora riuscito), ho fatto il login sul mio account di wordpress.com, oltre ad alcuni settaggi che non ricordo.
In poche parole, la visualizzazione del blog era tutta sbagliata, e mi faceva un redirect automatico all’account di wordpress sopracitato.
Come ho detto per un pò ho creduto di aver fatto un casino, ma poi, cercando in rete ho trovato un tutorial, e la cosa era piu semplice di quanto credessi, bastava infatti mettere mano e modificare una voce del database di mysql sul mio account di Aruba.
Morale della favola, alla fine ho risolto seguendo questo semplice ma molto chiaro tutorial, e anche per non dimenticarmelo, ve lo voglio segnalare.
Eccolo, si chiama “wordpress site url
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Se state valutando la messa online, o la creazione di un sito web, allora probabilmente sarete interessati alla scelta del web hosting piu adatto alle vostre esigenze, il che può anche rivelarsi non affatto semplice.
La scelta del web hosting è determinata dalla complessità del sito, la quale può variare da un sito di natura informativa a un sito con esigenze di gestione dati. Inoltre c’è da scegliere il tipo di server (Unix, Linux, MS Windows) e la sua ubicazione (Italia o estero). I piani di hosting possono variare in relazione a:

* spazio disponibile
* limiti sul traffico
* numero di caselle di posta
* possibilità di installare programmi sul server
* gestione database
* statistiche per analizzare gli accessi al sito
* filtri anti spam e/o anti virus
* tipo di supporto tecnico
* pannello di controllo per gestire lo spazio
* accesso alla posta elettronica via Web (webmail)

La scelta del provider di hosting non è limitata all’Italia e, in alcuni casi, potrebbe essere preferibile un’ubicazione all’estero. La scelta va quindi valutata per rispondere a tutte le necessità del cliente.

Le società di hosting offrono diversi pacchetti e prezzi. Con una valutazione accurata si può scegliere il servizio che meglio risponde alle attuali esigenze del cliente tenendo conto sia del prezzo sia dei potenziali sviluppi futuri del sito.

Web Hosting Choice

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Un interessante telecomando che funziona senza batterie, viene infatti ricaricato semplicemente agitandolo…
Il movimento produce energia elettrica sufficiente a cambiare canale, accendere/spegnere la tv.

Via DesignZen

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Infiltrati fascisti nel corteo di piazza Navona, con il consenso delle forze dell’ordine.
E ora di dire BASTA
Riporto di seguito l’articolo di Curzio Maltese apparso su Repubblica

AVEVA l’aria di una mattina tranquilla nel centro di Roma. Nulla a che vedere con gli anni Settanta. Negozi aperti, comitive di turisti, il mercatino di Campo dè Fiori colmo di gente. Certo, c’era la manifestazione degli studenti a bloccare il traffico. “Ma ormai siamo abituati, va avanti da due settimane” sospira un vigile. Alle 11 si sentono le urla, in pochi minuti un’onda di ragazzini in fuga da Piazza Navona invade le bancarelle di Campo dè Fiori. Sono piccoli, quattordici anni al massimo, spaventati, paonazzi.

Davanti al Senato è partita la prima carica degli studenti di destra. Sono arrivati con un camion carico di spranghe e bastoni, misteriosamente ignorato dai cordoni di polizia. Si sono messi alla testa del corteo, menando cinghiate e bastonate intorno. Circondano un ragazzino di tredici o quattordici anni e lo riempiono di mazzate. La polizia, a due passi, non si muove.

Sono una sessantina, hanno caschi e passamontagna, lunghi e grossi bastoni, spesso manici di picconi, ricoperti di adesivo nero e avvolti nei tricolori. Urlano “Duce, duce”. “La scuola è bonificata”. Dicono di essere studenti del Blocco Studentesco, un piccolo movimento di destra. Hanno fra i venti e i trent’anni, ma quello che ha l’aria di essere il capo è uno sulla quarantina, con un berretto da baseball. Sono ben organizzati, da gruppo paramilitare, attaccano a ondate. Un’altra carica colpisce un gruppo di liceali del Virgilio, del liceo artistico De Chirico e dell’università di Roma Tre. Un ragazzino di un istituto tecnico, Alessandro, viene colpito alla testa, cade e gli tirano calci. “Basta, basta, andiamo dalla polizia!” dicono le professoresse.

Seguo il drappello che si dirige davanti al Senato e incontra il funzionario capo. “Non potete stare fermi mentre picchiano i miei studenti!” protesta una signora coi capelli bianchi. Una studentessa alza la voce: “E ditelo che li proteggete, che volete gli scontri!”. Il funzionario urla: “Impara l’educazione, bambina!”. La professoressa incalza: “Fate il vostro mestiere, fermate i violenti”. Risposta del funzionario: “Ma quelli che fanno violenza sono quelli di sinistra”. C’è un’insurrezione del drappello: “Di sinistra? Con le svastiche?”. La professoressa coi capelli bianchi esibisce un grande crocifisso che porta al collo: “Io sono cattolica. Insegno da 32 anni e non ho mai visto un’azione di violenza da parte dei miei studenti. C’è gente con le spranghe che picchia ragazzi indifesi. Che c’entra se sono di destra o di sinistra? È un reato e voi dovete intervenire”.

Il funzionario nel frattempo ha adocchiato una telecamera e il taccuino: “Io non ho mai detto: quelli sono di sinistra”. Monica, studentessa di Roma Tre: “Ma l’hanno appena sentito tutti! Chi crede d’essere, Berlusconi?”. “Lo vede come rispondono?” mi dice Laura, di Economia. “Vogliono fare passare l’equazione studenti uguali facinorosi di sinistra”. La professoressa si chiama Rosa Raciti, insegna al liceo artistico De Chirico, è angosciata: “Mi sento responsabile. Non volevo venire, poi gli studenti mi hanno chiesto di accompagnarli. Massì, ho detto scherzando, che voi non sapete nemmeno dov’è il Senato. Mi sembravano una buona cosa, finalmente parlano di problemi seri. Molti non erano mai stati in una manifestazione, mi sembrava un battesimo civile. Altro che civile! Era stato un corteo allegro, pacifico, finché non sono arrivati quelli con i caschi e i bastoni. Sotto gli occhi della polizia. Una cosa da far vomitare. Dovete scriverlo. Anche se, dico la verità, se non l’avessi visto, ma soltanto letto sul giornale, non ci avrei mai creduto”.

Alle undici e tre quarti partono altre urla davanti al Senato. Sta uscendo Francesco Cossiga. “È contento, eh?” gli urla in faccia un anziano professore. Lunedì scorso, il presidente emerito aveva dato la linea, in un intervista al Quotidiano Nazionale: “Maroni dovrebbe fare quel che feci io quand’ero ministro dell’Interno (…) Infiltrare il movimento con agenti pronti a tutto, e lasciare che per una decina di giorni i manifestanti devastino le città. Dopo di che, forti del consenso popolare, il suono delle sirene delle ambulanze dovrà sovrastare quello delle auto della polizia. Le forze dell’ordine dovrebbero massacrare i manifestanti senza pietà e mandarli tutti all’ospedale. Picchiare a sangue, tutti, anche i docenti che li fomentano. Magari non gli anziani, ma le maestre ragazzine sì”.

È quasi mezzogiorno, una ventina di caschi neri rimane isolata dagli altri, negli scontri. Per riunirsi ai camerati compie un’azione singolare, esce dal lato di piazza Navona, attraversa bastoni alla mano il cordone di polizia, indisturbato, e rientra in piazza da via Agonale. Decido di seguirli ma vengo fermato da un poliziotto. “Lei dove va?”. Realizzo di essere sprovvisto di spranga, quindi sospetto. Mentre controlla il tesserino da giornalista, osservo che sono appena passati in venti. La battuta del poliziotto è memorabile: “Non li abbiamo notati”.

Dal gruppo dei funzionari parte un segnale. Un poliziotto fa a un altro: “Arrivano quei pezzi di merda di comunisti!”. L’altro risponde: “Allora si va in piazza a proteggere i nostri?”. “Sì, ma non subito”. Passa il vice questore: “Poche chiacchiere, giù le visiere!”. Calano le visiere e aspettano. Cinque minuti. Cinque minuti in cui in piazza accade il finimondo. Un gruppo di quattrocento di sinistra, misto di studenti della Sapienza e gente dei centri sociali, irrompe in piazza Navona e si dirige contro il manipolo di Blocco Studentesco, concentrato in fondo alla piazza. Nel percorso prendono le sedie e i tavolini dei bar, che abbassano le saracinesche, e li scagliano contro quelli di destra.

Soltanto a questo punto, dopo cinque minuti di botte, e cinque minuti di scontri non sono pochi, s’affaccia la polizia. Fa cordone intorno ai sessanta di Blocco Studentesco, respinge l’assalto degli studenti di sinistra. Alla fine ferma una quindicina di neofascisti, che stavano riprendendo a sprangare i ragazzi a tiro. Un gruppo di studenti s’avvicina ai poliziotti per chiedere ragione dello strano comportamento. Hanno le braccia alzate, non hanno né caschi né bottiglie. Il primo studente, Stefano, uno dell’Onda di scienze politiche, viene colpito con una manganellata alla nuca (finirà in ospedale) e la pacifica protesta si ritrae.

A mezzogiorno e mezzo sul campo di battaglia sono rimasti due ragazzini con la testa fra le mani, sporche di sangue, sedie sfasciate, un tavolino zoppo e un grande Pinocchio di legno senza più una gamba, preso dalla vetrina di un negozio di giocattoli e usato come arma. Duccio, uno studente di Fisica che ho conosciuto all’occupazione, s’aggira teso alla ricerca del fratello più piccolo. “Mi sa che è finita, oggi è finita. E se non oggi, domani. Hai voglia a organizzare proteste pacifiche, a farti venire idee, le lezioni in piazza, le fiaccolate, i sit in da figli dei fiori. Hai voglia a rifiutare le strumentalizzazioni politiche, a voler ragionare sulle cose concrete. Da stasera ai telegiornali si parlerà soltanto degli incidenti, giorno dopo giorno passerà l’idea che comunque gli studenti vogliono il casino. È il metodo Cossiga. Ci stanno fottendo”.
(30 ottobre 2008)

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Control

Control, un film bellissimo che ho avuto modo di vedere in lingua originale, parla della vita di Ian Curtis leader e cantante dei Joy Division, morto suicida all’età di 23 anni.
La regia è di un grandissimo fotografo Anton Corbijn, il film, non a caso è girato in bianco e nero ed alcune scene sono a dir poco spettacolari per le inquadrature e le soggettive.
Ne avevo già parlato in questo post, ma non lo avevo ancora visto, fino a ieri sera


Ne sono letteralmente entusiasta e torno a ripeterlo si tratta di un film bellissimo.
Da vedere assolutamente.
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Se siete alla ricerca di un dominio web da acquistare, magari per pubblicare il vostro sito web, oppure perchè no, il vostro blog, ecco un sito, o meglio un motore di ricerca per dominii che può fare al caso vostro.
Si tratta di 4 cheap Web Hosting
sul quale è possibile, attraverso una comodissima maschera di ricerca posta in alto a sinistra, trovare il web hosting che piu vi soddisfa, attraverso tre semplici varianti, che sono, il prezzo annuale, lo spazio su disco, e la piattaforma del server, che può essere, windows, linux. o qualsiasi altra.

4 Cheap Web Hosting is a guide to the best rated affordable web hosting packages available online. This hosting guide has more than 200 approved web hosts with over 400 cheap web hosting packages listed.

Sul sito inoltre vi si può trovare una sezione di tutorial, con vari aiuti, oppure si trova una sezione con la classifica dei migliori host, chiamata top rated web hosting.
Un altra ricerca molto interessante è quella che si può effettuare per packages offerti come ad esempio

  • Linux Platform
  • Windows Platform
  • ASP Scripting
  • PHP Scripting
  • JSP Scripting
  • Python Scripting
  • FrontPage Extensions
  • Multiple Domain
  • SSH Secure Shell
  • MySQL
  • Merchant Account
  • Control Panel

in un altra sezione del sito si può accedere ad un pratico glossario (hosting glossary) dove sono elencati ovviamente in ordine alfabetico tutte le parole e i vari significati a riguardo.

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