Sarà che i miei sogni spaventano il tiranno
come un lontano canto,
come sepolte campane,
come tutte le voci che non capisce.
Sarà che i miei sogni,
di uomo e di poeta,
sono coperti dal ferro
che mi rinchiude la vita
e ora sogno spade allegre.
Sarà, mi domando,
che ancora non capiscono
che incarcerarono l’uomo
perché non furono capaci,
dell’assalto vincente
al forte dei suoi sogni
che con più forza lo fa sognare.
Ennesimo dietrofront di questo governo di buffoni, riguardo al tetto agli stipendi dei manager, ora non vuole non vuole mettere limiti, al contrario di quanto annunciato ad ottobre 2009, per Tvemonti era una legge anticostituzionale. repubblica.it
Andassero a spiegarlo a chi fatica ad arrivare a fine mese, sta banda di stronzi…
Ma non vi preoccupate, verrà il giorno in cui si festeggierà la loro scomparsa.
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Non vorrei, ritornare sulla questione Englaro, ma è piu forte di me, quando leggo titoli del tipo “Dovevo evitare la morte di Eluana“, mi girano le balle, e per almeno un paio di motivi. Primo, perchè non c’era motivo di ritornare sulla questione, a meno che di non creare un polverone mediatico, atto a sviare l’opinione pubblica da cose ben piu importanti (Ciancimino non vi dice nulla?) Secondo. perche se quello stronzo, si fosse degnato di raccogliere l’invito di Beppino Englaro, di andare a fare visita ad Eluana finchè ne aveva la possibilità, probabilmente non direbbe le sue solite cazzate.
Una strumentalizzazione in piena regola insomma.
Un post che mi ha particolarmente colpito su guerrilla radio, del quale riporto alcuni stralci.
Esattamente un anno fa moriva Giuseppe Gatì, un giovane siciliano, orgoglioso d’essere siciliano, onesto e puro. Un giovane che credeva in una Sicilia libera dalla mafia e dalla politica collusa. Credeva e combatteva per una Sicilia laboriosa rispettosa dell’uomo e dell’ambiente.
Ebbe il suo attimo di fama quando, nel corso della presentazione di un libro del pregiudicato Vittorio Sgarbi, incomprensibilmente eletto sindaco di Salemi, cittadina siciliana, dichiarò ad alta voce la pura e semplice verità: che Sgarbi, appunto, “è” un pregiudicato, condannato in via definitiva per truffa allo Stato e in primo e secondo grado per aver diffamato il dottor Caselli e l’intero pool antimafia.
Giuseppe, che si era limitato a parlare, a gridare “Viva Caselli! Viva il pool antimafia!” e a mostrare dei volantini che riportavano le sentenze relative a Sgarbi.
Circa un mese dopo, il 31 gennaio 2009, Giuseppe Gatì morì sul lavoro. Venne trovato morto folgorato per aver presumibilmente “camminato su un cavo elettrico scoperto, senza accorgersene”.
Credo che mai un avverbio sia stato più consono del “presumibilmente”.
Ovviamente venne aperta un’inchiesta… dopodiché di Giuseppe si perdono le tracce mediatiche.
Ora viene da chiedersi come mai il suddetto Sgarbi continui ad apparire, a sbraitare e offendere a destra e a manca in tutte le tv italiane, e addirittura su quelle del padrone, viene posto su un trespolo come un pappagallo?
Schifo e vergogna…
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Una interessante intervista di Roberto Saviano per Panorama, che merita di essere letta, offre diversi spunti di riflessione.
Eccone alcuni.
Il problema è un altro. Questo governo agisce, e spesso con successo, soprattutto a livello di ordine pubblico. In primo luogo con gli arresti. Potere mostrare i camorristi e i mafiosi arrestati diviene prova dell’efficacia della lotta alla mafia. Ma questo governo non ha approntato strumenti per colpire il punto nevralgico delle organizzazioni criminali: la loro forza economica.
Oppure
E poi i sequestri spesso vengono sbandierati due tre volte nella cronaca, quando invece sono parti di una stessa operazione.
Cioè che cosa accade?
Prima i beni vengono congelati, poi viene fatta la richiesta di sequestro, e alla fine il sequestro viene effettuato. Questi tre passaggi generano tre notizie, facendo spesso sembrare che le azioni contro l’impero economico sono state tre anziché una.
Dal blog di Piero Ricca, la lettera di un ragazzo Jacopo, di 23 anni.
Ovviamente condivido e riporto.
Io odio coloro che abusano della credulità popolare e delle pubbliche istituzioni.Odio i mafiosi e i frequentatori abituali di mafiosi. Odio coloro che chiamano “cancro da estirpare” i magistrati che indagano sui colletti bianchi. Odio i servi dell’informazione e in genere tutti i manipolatori delle coscienze. Odio chi, detenendo ogni potere, fa la vittima per mantenere il consenso. Odio chi rimbambisce le menti labili con una propaganda falsa. Odio le leggi su misura, chi le impone, chi le scrive, chi le approva. Odio chi non vede la quotidiana violenza sui deboli e blocca la nazione per un graffio sul cerone. Odio i finti oppositori, i pavidi e i vigliacchi. Odio chi lucra sulla stupidità delle masse e, lucrando sempre più, ne genera sempre nuova. Odio chi mette sullo stesso piano dissenso e violenza. Odio chi criminalizza le opinioni e perfino le notizie. Odio chi parla di mandanti morali e indica i terroristi mediatici. Odio chi demonizza e fa la vittima della demonizzazione. Odio chi ruba e grida al giustizialismo. Odio chi ha distrutto la politica e denuncia l’antipolitica. Odio chi ci fa vergognare di essere italiani e ci chiama antitaliani. Odio chi definisce criminali un comico e un giornalista. Odio chi dà sempre la colpa agli altri e non si assume mai la responsabilità di niente. Odio i prepotenti, gli ipocriti e i venduti che ti danno lezione di morale. Odio chi li lascia fare. Odio chi denuncia il “clima di odio” senza rendersi conto di quanto odio ha seminato e fingendo di non sapere quanto sia motivata l’indignazione. Odio chi, simulando amore, istiga all’odio. Odio chi si propone come titolare unico dell’amore e della libertà. Odio chi trasforma l’amore e l’odio in categorie della politica. Li odio e continuerò serenamente a odiarli finché sarò padrone del mio cuore e della mia coscienza.
Ma se il nano presidente del Consiglio, ha affermato tempo fa qualcosa come “ci vorrebbe un poliziotto per ogni bella ragazza che c’è in giro”, mi chiedo quanti ne servirebbero se si decidesse di buttarsi in massa dentro una fontana, dal momento che ce ne sono voluti 8, no dico OTTO poliziotti per fermare un tipo che voleva fare il bagno nudo nella fontana di San Pietro…
Manco fosse un criminale o il peggiore dei terroristi.
ROMA - Un uomo, completamente nudo, ha tentato di tuffarsi in una delle fontane in piazza San Pietro, a Roma, davanti a centinaia di turisti e cittadini che, in occasione della sera di Natale, stavano guardando il presepe nella piazza di fronte alla Basilica. Dopo qualche minuto l’uomo è stato bloccato dagli agenti in servizio sotto il colonnato. Il giovane ha tentato di divincolarsi e per tenerlo fermo sono dovuti intervenire otto poliziotti. Una volta bloccato, l’uomo è stato portavo via. ansa.it
Un bellissimo e-book fotografico che raccoglie riflessioni su un viaggio in India, di Enrico Bianda con splendide fotografie di Manuela Ladu.
Un piccolo regalo per i lettori da parte di webgol, con tanti auguri di Buon Natale, ovviamente anche da parte mia.
L’ e-book è rilasciato sotto licenza creative commons, ed è quindi scaricabile liberamente.
Buona visione.
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